Mondoperaio
Associazione Riaprire i Navigli



  • 14 settembre 2015 - INTERVENTI NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 14 SETTEMBRE 2015

    Omissis

    N/226 – DELIBERA DI INIZIATIVA CONSILIARE AVENTE AD OGGETTO: MODIFICA DEL TITOLO VII – “DECENTRAMENTO” – ARTICOLI DA 92 A 100 – E ARTICOLO XIV DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI DELLO STATUTO DEL COMUNE DI MILANO.
    Emendamento N/12

    PRESIDENTE RIZZO: La parola al consigliere Biscardini.
    CONSIGLIERE BISCARDINI: Non ripeterò le cose dette poc’anzi dal consigliere Cappato che hanno espresso il senso e la razzio del nostro emendamento, per la verità avremmo potuto fare un emendamento che chiedeva la soppressione di questo punto.
    Sono talmente vere le cose che diceva il Sindaco Pisapia, che io ho sostenuto anche nelle Commissioni, che l’impegno dell’Amministrazione comunale era di realizzare le Municipalità indipendentemente dall’introduzione che è avvenuta dopo, con la legge Delrio, della Città metropolitana. È talmente vero che potremmo anche non fare riferimento alla legge sulle Città metropolitane.
    Tutte le volte che abbiamo sollevato questo problema mi è stato detto che non era così, cioè che avremmo realizzato le Città metropolitane dopo che si sarebbe compiuto l’iter di insediamento della Città metropolitana, di votazione e di approvazione dello Statuto della Città metropolitana.
    L’altro giorno ho fatto un intervento in Aula che sembrava molto chiaro, rimango del parere che la necessità di costituire le Municipalità è del tutto indipendente dalla vicenda delle Città metropolitane, anche se non ci fosse la Città metropolitana sentiamo il bisogno di organizzare la democrazia interna del nostro Comune attraverso l’istituzione di nuovi Municipi e diverse Municipalità.
    Mi domando perché non si fa lo sforzo di capire cosa stiamo dicendo io e Cappato, cioè o si cassa tutto il riferimento alla legge 56 e si è coerenti con lo spirito che stiamo affermando, lo facciamo indipendentemente dalla Città metropolitana, ci crediamo, non ce ne frega niente della Delrio. Il tema in discussione, sia nella versione proposta da Fanzago sia nella versione correttiva proposta da me e Cappato, riguarda l’elezione diretta. Tra qualche giorno inizieremo la raccolta delle firme per l’elezione diretta del Sindaco del Consiglio della Città metropolitana prescindendo dalla legge Delrio, superandola, addirittura non condizionando l’elezione diretta all’istituzione – dice la Delrio – non di Municipi, ma di semplici articolazioni amministrative del Comune. Questo riferimento non c’entra niente con le cose che diceva il Sindaco, la Città metropolitana fa la sua strada, noi siamo per l’elezione diretta del Sindaco, indipendentemente da quello che avviene nell’articolazione dei Comuni. In tutte le Città metropolitane d’Italia, secondo il nostro principio, si deve votare l’elezione diretta del Sindaco anche se non faranno i Municipi di Bologna, di Genova o di Bari. I temi sono completamente diversi. C’è un equivoco che secondo me l’Amministrazione ed anche il Sindaco si tira dietro che è figlio di quella vicenda che riguarda prima l’assessore Benelli con la delega della Città metropolitana, con un iter che dopo aver fatto la Città metropolitana avremmo parlato di Municipi e non si ha il coraggio di dire le cose come stanno.
    Non vorrei che si invertono le parti. Noi sosteniamo che l’elezione del Municipio è indipendente dalla Città metropolitana che peraltro non ci piace così com’è, a coloro che piace così com’è dico che anche noi siamo del parere che, però si cita nel modo più improprio possibile la legge 54.
    Omissis
    Emendamento N/27 modificato
    PRESIDENTE RIZZO: La parola al consigliere Biscardini.
    CONSIGLIERE BISCARDINI: Andiamo rigorosamente nell’ordine con il quale abbiamo presentato gli emendamenti.
    Visto che parlavamo di principi un attimo fa, ho tentato di riscrivere, sostanzialmente, il comma 1 dell’articolo 92, quindi il primo articolo dello Statuto che riguarda la costituzione dei Municipi milanesi, naturalmente sono disponibile anche a valutare proposte correttive, emendamenti che la Giunta volesse fare o che Fanzago volesse fare, ho tentato di scriverlo dal punto di vista politico con maggiore limpidezza, cioè il testo dice che i Municipi sono titolari di funzioni, le funzioni atte a realizzare un’effettiva e democratica partecipazione popolare, ho corretto dicendo che il territorio del Comune è articolato in Municipi, in rappresentanza delle rispettive comunità locali. Questo concetto che i Municipi siano loro stessi, nella loro autonomia, in rappresentanza delle rispettive comunità locali, tende a calcare la mano sulla loro forza e autonomia politica e la democrazia rappresentativa oltre che la partecipazione democratica è nelle mani dei Municipi, non delle funzioni, cioè un rafforzativo del valore politico, questo è il senso dell’emendamento.
    Di conseguenza toglievo tutte le 3 righe successive quando invece di parla di funzioni, le funzioni non sono meramente burocrazia, allora ho scritto: sono funzioni politiche, amministrative e sociali proprie, nel senso che sono proprie del Municipio e non sono riflesse, per esempio, da quelle del Comune principale, ancorché un giorno magari non ci sarà più.
    Questo è il senso di questo emendamento. Ho tolto un po’ di linguaggio burocratico, funzioni, per tentare di nobilitare, dal punto di vista politico, la nascita dei Municipi che per me sono in rappresentanza delle rispettive comunità locali, dobbiamo rafforzare lo spirito civico e autonomista delle Municipalità.
    Omissis
    Emendamento N/15
    PRESIDENTE RIZZO: La parola al consigliere Biscardini.
    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie, Presidente. L´emendamento Cappato-Biscardini è un emendamento che cerca di affrontare un principio che sostanzialmente è l´autonomia dei Municipi nella gestione dei servizi. Questo termine ”in esclusiva” per certi versi potrebbe essere sostituito con un termine similare, ma che ci porta al concetto che gestiscono in autonomia, autonomamente i servizi di base. Il che non toglie, come diceva Cappato, che nei rapporti interistituzionali qualunque istituzione che ha competenze proprie e che è chiamata a gestirle autonomamente possa trovare il concorso (accordi di programma, consorzio o quant´altro) per mettere insieme e gestire insieme alcuni tipi di servizi.
    Per la verità l´aspetto più complicato di questo articolo, non vorrei fare una frittata, ma è la parola ”di base” perché questa è quella che può determinare più contenzioso, più conflitto, cioè la definizione di quali sono i servizi di base; dovremmo forse elencarli tutti perché altrimenti lì ci potrebbe essere conflitto.
    Io faccio questo ragionamento per trovare magari con il Sindaco una formulazione che non è esattamente questa, ma che vada incontro all´idea che i servizi, si può dire fondamentali se non di base, vengano gestiti secondo il principio dell´autonomia gestionale, poi in coordinamento con tutti. Peraltro - no, non faccio la frittata - siccome sopra è citata la parola ”Città metropolitana”, questo complica ancora perché è chiaro che dei servizi in alcuni casi dovranno essere gestiti in conformità, o in coerenza, o in coordinamento, però diciamo che il termine fondamentale che usavamo una volta era il concetto di ”paritario”, cioè loro hanno delle funzioni da gestire autonomamente che possono gestire con altri, ma quando le gestiscono con altri la loro autonomia è espressione di potere paritario; non so come esprimere il concetto, ma è l´autonomia della funzione nella gestione dei servizi.
    Omissis

    torna indietro »