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  • 16 dicembre 2015 - INTERVENTO NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 16 DICEMBRE 2015 - Ratifica Accordo di Programma Scali Ferroviari

    INTERVENTO IN BOZZA
    SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
    DEL 16 DICEMBRE 2015

    omissis

    N/246 Ratifica ai sensi dell’art 34 del D. lgs 18 agosto 2000 n.267 e dell’art 6 comma 11 della Legge Regionale 14 marzo 2003 n.2 dell’adesione del Sindaco all’Accordo di Programma sottoscritto in data 18 novembre 2015 per la Trasformazione urbanistica delle aree geografiche dismesse e in dismissione site in Comune di Milano, denominate “Scalo Farini, Scalo Romana, Scalo e Stazione di Porta Genova, Scalo basso di Lambrate, parte degli Scali Greco-Breda e Rogoredo, aree Ferroviarie San Cristoforo”, in correlazione con il potenziamento del sistema ferroviario in ambito milanese.

    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie Presidente. Non entro nel merito della delibera naturalmente, men che meno nei contenuti dell’accordo di programma, salvo rispondendo in qualche modo al Sindaco, che ha riferito a lei le conclusioni che ha tratto. Devo dire al Sindaco che c’è una parte qui dentro, e io mi metto in quella parte, che non considera l’incidente accaduto la settimana scorsa sulla bocciatura della delibera sull’accordo di programma frutto di schermaglie elettorali o pre-elettorali ma questione seria che riguarda il contenuto e il merito dell’accordo di programma. Lo dico perché vedo continuamente dichiarazioni ridicole sul fatto che questo voto dipenderebbe da questioni tutte di carattere elettoralistico. Non è così, si sta dimostrando che la città forse si sta svegliando e si sta svegliando intorno ad un dato molto elementare, che la questione degli scali ferroviari è solo una parte dell’incapacità che abbiamo avuto di definire una strategia urbanistica su tutte le grandi questioni urbanistiche della città, e di questo dovremmo discutere e di questo io rimango sempre più convinto che il vantaggio, non lo svantaggio, anche questo ritornello che vedo ripetere sulla stampa, il vantaggio della città e non lo svantaggio sarebbe proprio quello di avere la sicurezza, anche morale, di mettere da parte questa delibera e consentire alla città, a questa Giunta, alla Giunta che verrà, e non ho paura di dirlo, di discutere apertamente del futuro urbanistico delle grandi questioni della città.
    Dopodiché nella forma, ho preso informazioni, mi sono consultato, che è la questione che la settimana scorsa non mi sarei mai posto, perché davo per scontato che la delibera degli accordi di programma forse è stata definitivamente bocciata. Oggi abbiamo un´altra questione, che è quella che abbiamo di fronte una cosiddetta nuova delibera. La cosa più semplice è non si vota in Consiglio Comunale due volte lo stesso provvedimento, perché il provvedimento ancorché è cambiato nella papela rimane immutato nella sostanza, perché nonostante oggi non abbiamo avuto tempo di spiegarlo, a me risulta, ma credo che è inutile andare a fare il processo alle intenzioni, che ci sia stata insieme ultime ore una nuova seduta della conferenza dell’accordo di programma fra Comune, Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato per modificare alcunché. Siccome non è modificato alcunché, io dico che è un errore procedurale, ho detto una sorta di eccesso di potere chiedere al Consiglio Comunale di votare due volte lo stesso provvedimento.
    Ultima considerazione. Come se ne esce? La questione è prettamente politica et è nelle mani del Sindaco soprattutto, e si porta dietro una responsabilità dell’assessore De Cesaris che ha pensato che si potessero discutere mai i provvedimenti ma quando sarebbero arrivati in Aula sarebbero stati comunque approvati, ha commesso un errore di valutazione, un semplice errore di valutazione. Naturalmente sulla ratifica di un accordo l’errore è più grave e devo dire di più, il fatto che il Consiglio Comunale non abbia votato un provvedimento che aveva un termine, di trenta giorni, lo rende ancora di più non proponibile all’Aula, perché il termine è un termine, perché c’è nella legge c’è un termine? Perché o è così o non è così, non c’è spazio per ritornarci sopra, né il ventinovesimo né il trentunesimo giorno. La soluzione politica che secondo me bisogna trovare è una sola, avere il coraggio di dire che il Consiglio Comunale non ha approvato l’accordo di programma, non se ne fa un dramma e si discute nel merito le questioni urbanistiche che sono soggette, sottoposte da questo accordo. Ho ancora qualche secondo per dire che forse abbiamo sottovalutato nei giorni scorsi un altro aspetto, che riguarda quel maledetto Articolo 31 comma 4 o giù di lì delle norme tecniche di attuazione. Io andando nel profondo, studiando ogni giorno, informandomi devo dire al Consiglio, e lo dico al Sindaco, assumiamoci con responsabilità forse il fatto di aver commesso un errore in quell’articolo delle norme tecniche, che stanno di fatto espropriando i poteri di pianificazione del Consiglio Comunale per metterlo in mano – attenzione – neanche alla Giunta, ma ad un organismo esterno, Sindaco, Giunta, Ferrovie dello Stato, che di fatto qualunque accordo di programma facciano o faranno nel modificarlo quell’accordo sarebbe conforme per definizione alle norme tecniche del Piano di Governo del Territorio. È un errore madornale, forse sfuggito alla Segreteria, non so se andando avanti ad approfondire questa cosa diventa ancora più grave di quello che stiamo discutendo, ci sono molti elementi per ritenere con serenità, con dignità, mi domando perché così tanta insistenza? Questo non lo capisco, cosa succede? Non succede nulla di grave, prendiamoci dignitosamente la responsabilità di dire che questo provvedimento non è stato approvato dal Consiglio Comunale di Milano, punto e basta.
    omissis

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