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  • 28 gennaio 2016 - INTERVENTO NELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 28 GENNAIO 2016 - N/245 – COSTITUZIONE DEI MUNICIPI DELLA CITTÀ DI MILANO ED APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI MUNICIPIO

    INTERVENTO IN BOZZA
    SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 28 GENNAIO 2016
    omissis


    N/245 – COSTITUZIONE DEI MUNICIPI DELLA CITTÀ DI MILANO ED APPROVAZIONE DEL REGOLAMENTO PER L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI MUNICIPIO

    CONSIGLIERE BISCARDINI: Grazie, Presidente. Io annuncio subito il mio voto di astensione su questo provvedimento, che è un provvedimento molto limitato, non fa altro che registrare i perimetri dei nuovi Municipi che coincidono con i perimetri delle vecchie Zone e non fa altro che indicare le modalità di elezione dei presidenti e dei consiglieri, ma è figlio sostanzialmente, questo provvedimento, del documento principale che abbiamo già votato e cioè lo Statuto dei Municipi. In quella circostanza io e altri Consiglieri abbiamo espresso un voto contrario motivato da una ragione fondamentale, cioè che nonostante arriviamo alla fine di questa consiliatura ad approvare un provvedimento che ritenevamo importante fin dall´inizio della consiliatura stessa, abbiamo prodotto, con la logica della carta carbone, il modello semplicemente elettorale ed istituzionale dei comuni al di sopra dei 15 mila abitanti. Uno sforzo titanico, cioè, per non produrre praticamente niente, se non ricopiare la legge dello Stato sull’elezione dei comuni, con ciò – ed è questo il punto della nostra critica, della mia critica di allora – mortificando un processo che avrebbe potuto essere persino sperimentale, del far nascere i nuovi municipi di Milano non come la ripetizione di una stanca ed ormai sfarinata democrazia rappresentativa, ma come l´esempio di un nuovo modello partecipativo, non dei partiti, che anch´essi, con la logica della carta carbone, occuperanno quei consigli comunali, come occuperanno questo, ma nel tentativo di coinvolgere i cittadini almeno al livello dei consigli dei municipi.
    Questa cosa non c´è assolutamente. Tutti gli emendamenti che io avevo presentato, ma anche altri Consiglieri, anche di altri Gruppi politici, in questa direzione, sono stati tutti bellamente non accolti, perché è un argomento, quello della partecipazione democratica alla vita delle nostre istituzioni, che probabilmente non interessa né alla Giunta né a questo Consiglio comunale.
    Ebbene, io ritengo che questo sia un fatto grave, perché Milano è stata una delle prime città d´Italia che extra legem inventò i consigli di quartiere, che extra legem elesse i rappresentanti dei cittadini per governare dal livello delle zone, dal livello del decentramento. Oggi che ha la possibilità di farsi sentire, anche di essere in qualche modo il battistrada di un processo di rinnovamento democratico e di partecipazione popolare dei cittadini italiani, niente, non si sforza, ricopia i modelli dell’istituzione, modelli che sono in crisi, perché o di questo stiamo parlando o non stiamo parlando d´altro, ossia del fatto che le istituzioni attuali godono della più grande sfiducia dei cittadini italiani.
    Noi non facciamo altro che prendere atto di questo fatto e diciamo: “Sapete come sono i Municipi di Milano? Esattamente come quei Comuni rispetto ai quali i cittadini italiani si esprimono in modo contrario e con grande sfiducia”.
    Poi si è gabellato il fatto che facciamo questa delibera perché così avremo l´elezione diretta della Città metropolitana, ma quello è un “cavallo di Troia” spuntato, perché se le forze politiche avessero voluto veramente arrivare alla prossima scadenza di giugno addirittura con l´elezione diretta della Città metropolitana, non potevano fare altro che fare due cose: sostenere il progetto di iniziativa popolare che io, Cappato ed altri abbiamo presentato per l´elezione diretta del Sindaco e dei Consiglieri metropolitani, oppure, visto che tutti noi qui abbiamo un partito e dei rappresentanti in Parlamento, mi rivolgo naturalmente soprattutto al PD, avrebbe potuto il Parlamento, se è vero che vogliono l´elezione diretta della Città metropolitana, presentare, con 150 senatori e 300 deputati, un progetto di legge che andasse in quella direzione.
    Pertanto, ci stiamo solo imbrogliando. Io credo che noi stiamo stancamente offrendo ai cittadini italiani, in questo caso milanesi, la possibilità di andare a votare la solita aristocrazia o burocrazia dei partiti, senza alcun anelito di modernità e di cambiamento del modello istituzionale che oggi è in crisi.
    L´unico emendamento che sono riuscito a far passare è quello che prevede addirittura la possibilità, non la certezza, nelle mani dei nuovi Consigli dei municipi di eleggere dei Consigli di quartiere, sul modello, per esempio, francese. Però, tutto il dibattito che abbiamo tentato di fare sul numero dei consiglieri dimostra che qui, al di là della presenza dei cittadini nelle istituzioni e della loro possibilità di parteciparvi direttamente, prevale la logica di spartirsi fra i partiti maggiori il numero dei consiglieri di questi municipi. La riduzione del numero è esclusivamente mirata a questo. Io ho contestato più volte il numero 30 fatidico ed ho spiegato come in tutte le città del mondo quartieri paragonabili a quelli della Zona 9 o della Zona 8 o della Zona 7, anche i più periferici, avrebbero una rappresentanza di Zona molto ma molto più alta di quella che voi assegnate con questi Municipi.
    Rimango, quindi, fermo a quel giudizio negativo dato dello Statuto. Naturalmente su questo provvedimento, che è solo un provvedimento attuativo che ripercorre quella logica, esprimo il mio voto di astensione.

    omissis

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