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  • 14 novembre 2001 - I socialisti lombardi al Congresso Ds: sì al nuovo Partito Socialista.- Milano

    I socialisti lombardi hanno sollecitato nelle settimane scorse un chiarimento politico invitando i Ds ad esprimersi sulla proposta di Giuliano Amato e sulla necessità di dar vita ad un nuovo partito del socialismo italiano nel nostro Paese, nel solco della tradizione riformista e della socialdemocrazia europea.
    Alla nostra lettera aperta sono venute risposte significative da parte del segretario regionale e milanese dei Ds e di questo si è discusso positivamente nei congressi della Lombardia.
    Ciò che è successo qui sembrerebbe confermare la tesi già sostenuta da Amato che sia possibile dar vita ad un grande progetto politico per tutta la sinistra partendo più dal basso che non dall’alto, più dalle realtà locali che non da quelle nazionali.
    Ma non c’è dubbio che il progetto fallirebbe se anche dall’alto non venissero risposte positive.
    A questo proposito in questi giorni sembrano emergere all’interno dei Ds posizioni che tendono a dipingere lo SDI come una forza “contraria” alla realizzazione di questo progetto ed altre posizioni che pensano sia sufficiente sostituire lo SDI con singole adesioni.
    Lo SDI fin dalla sua nascita ha lavorato per la costruzione nella sinistra di una grande forza socialista e riformista e, con coerenza, ha sostenuto il progetto Amato fin dal giorno in cui è stato illustrato.
    Così si sono espressi nei mesi scorsi i compagni dello SDI a livello locale, il Consiglio nazionale del partito ed Enrico Boselli all’assemblea di Napoli del 10 novembre.
    Certo un percorso per dar vita ad un nuovo partito del socialismo italiano deve essere lineare, coerente ed appetibile non solo per i Ds e per lo SDI, ma per tanti elettori che da tempo auspicano la nascita nel nostro Paese di una moderna sinistra di governo.
    Infatti se tutto dovesse risolversi nella sommatoria di due partiti o nella semplice richiesta da parte dei Ds di avere qualche socialista tra le sue fila, questa iniziativa sarebbe un’altra volta un’iniziativa morta, così come è morta la cosa 2.
    Bisogna prevedere un percorso molto aperto, rivolto a tutti, con una rottura di continuità con il passato.
    Solo così questo progetto sarebbe convincente, non solo per noi e per coloro che hanno già una tessera in tasca, ma lo sarebbe anche per tutti coloro che pur riformisti e di sinistra non si riconoscono oggi nei nostri partiti e nell’attuale sinistra.
    Tre questioni sono essenziali:
    - il nuovo partito non nasce chiedendo né a noi né ad altri di iscriversi all’attuale partito dei Ds o al nuovo partito dei post Ds;
    - il nuovo partito di tutti deve nascere come nuovo soggetto politico sulla base di un progetto e di un programma chiaro e solo sulla base di questi elementi ciascuno potrà aderire individualmente;
    - il nuovo partito deve nascere dal superamento delle attuali organizzazioni politiche e democraticamente in una sede costituente dovrà eleggere il proprio gruppo dirigente;
    - il gruppo dirigente del nuovo partito, per coerenza, a partire dal suo leader, dovrà essere espressione di quella cultura riformista che è stata parte fondamentale della storia del socialismo democratico italiano ed europeo.

    Roberto Biscardini, Guido Baruffi, Enzo Collio, Alberto Grancini, Elio Luraghi, Sergio Fumagalli, Luigi Vertemati, Nando Vertemati.

    Milano, 14 novembre 2001

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