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  • 21 ottobre 2005 - Intervista per ”La voce di Milano” - Biscardini e l´unità socialista

    “Un progetto valido ed essenziale”, è con queste parole che il senatore Biscardini dà il proprio contributo al dibattito sull’unità socialista.

    Del resto le mozioni presentate da De Michelis e Bobo Craxi, all’imminente Congresso del proprio partito, sono chiare. Autonomia e fine dell’alleanza con la casa delle libertà.

    Questo fatto politico, unito al fatto che anche lo SDI di Boselli sta muovendosi su binari convergenti, ad esempio la creazione di un soggetto politico unico con i Radicali, apporta nuova linfa a coloro i quali si sono sempre battuti affinchè la diaspora socialista trovasse un nuovo spazio politico comune. Biscardini è uno di loro.

    “Ci vogliono risposte sul terreno della cultura socialista”, dice Biscardini al termine di un convegno a Palazzo Isimbardi su “Milano città metropolitana”.

    “Dopo 12 anni di seconda repubblica, si chiude un periodo,-continua Biscardini- finisce il berlusconismo. Ed è il nuovismo che deve emergere”.

    Senatore Biscardini, non si fa altro che parlare dell’unità socialista. Lei, che è stato uno dei più accesi sostenitori di questa proposta, ci può spiegare in che cosa consiste questa “unità”?

    “ L’obiettivo è quello di raccogliere in un’unica casa tutti i socialisti che, dopo lo scioglimento del partito socialista (Psi), ora si trovano nello Sdi e nel Nuovo Psi. Anzi vogliamo con noi proprio tutti, anche quelli che non hanno mai trovato una collocazione politica e che non sanno per chi votare. Vogliamo con noi tutti i socialisti che sono entrati in altri partiti, per realizzare un “nuovo” soggetto politico laico, socialista, radicale e liberale, senza preclusione per nessuno. Ricongiungere le famiglie socialiste non è in contrasto con il progetto di un nuovo soggetto politico con i Radicali”.

    Come si fa a mettere assieme SDI e Nuovo PSI?

    “Andare oltre il socialismo trovando alleanze affini, e questo va fatto presto.”

    Come pensate di gestire un personaggio come Pannella?

    “Non ci sta dentro solo lui. Siamo in tanti. In un gran partito ci sta dentro di tutto: tutti noi siamo ingombranti rispetto a qualcuno. Il Partito socialista nacque nel ‘900 e comprendeva tutti, tutti con idee diverse, ma convivevano sotto gli stessi principi per dare giustizia sociale, garantismo e socialismo: per stare insieme. Gli anarchici ottocenteschi pensavano persino di poter distruggere lo Stato per fare quello che volevano, mentre l’ala riformista pensava di usare lo Stato per fare le riforme, invece gli anticlericali volevano distruzione dei preti per stare dentro il partito. Sembrava un grande circo tenuto insieme da cose diverse. Oggi meglio il circo Bartnon che non tante piccole situazioni politiche.”

    E dove andrebbe a collocarsi questo nuovo soggetto politico?

    “A sinistra, dove è la collocazione naturale dei socialisti contro le destre”.

    Ma alcuni esponenti dell’Unione hanno espresso “veti” sul Nuovo Psi e sui Radicali. Chiedono per questi una sorta di purgatorio. De Michelis non ci sta e rilancia il terzo polo invitando lo Sdi a fare altrettanto. Boselli afferma che bisogna accettare il nuovo Psi senza fargli l’esame del sangue, ma non vuole il terzo polo anzi invita il nuovo Psi a uscire dalla Cdl. Come ne verrete fuori?

    “Aspettiamo di vedere cosa decide il Congresso di fine ottobre del nuovo Psi”.

    E il problema con i Ds come lo vive?

    “Se i ds si dimostreranno una grande forza socialista, non c’è bisogno di fare l’unità socialista. Nel percorso di revisione politica si pone ancora il problema di una forza socialista di ala radicale, non escludo che un giorno ci si possa trovare insieme. Noi queste sintesi le inseriamo in una coalizione, non in un partito. L’importante è che la guida, come in Inghilterra, sia riformista. I riformisti radicali non sono nella condizione di poter governare, perché per riformare occorre abolire delle riforme. Dovrebbe essere una sinistra di cambiamento. Purtroppo c’è in Italia una sinistra radicale che è fonte di conservazione”.

    E sulla questione dei diritti?

    “La storia del partito socialista è sempre stata la storia di un partito che non ha mai distinto tra diritti sociali e diritti civili. Sono la stessa cosa. Oggi si parla molto dei diritti degli omosessuali, delle donne che vogliono fare un figlio utilizzando la legge sulla fecondazione assistita: sono diritti civili che diventano grandi questioni sociali. Ci sono dei diritti sociali, ad esempio le pensioni e gli stipendi, che diventano diritti civili. Si apre ora un tema sul fare grandi battaglie sui diritti mentre la chiesa fa politica, va in piazza. Si apre il problema della divisione tra cultura laica e cultura cattolica, cioè bisogna riaffermare lo stato laico: lo stato deve garantire tutti. Indipendentemente dal credo religioso e dalle proprie confessioni. Io penso che quello che sta facendo ora la chiesa cattolica non porti bene alla chiesa che, oggi, non ha la capacità di trovare nuove adesioni”.

    Infatti, si dice che le piazze sono piene e le chiese sono vuote…
    “Io farò sempre la battaglia contro l’ingerenza della chiesa nelle questioni politiche, penso sia essenziale. Mi rendo conto che siamo in minoranza e ho capito anche perché lo siamo: nella seconda repubblica la politica era così debole che ha lasciato varchi aperti all’ingerenza della chiesa negli affari dello stato. Invece nella prima repubblica, la legge dell’aborto e del divorzio sono state votate in Parlamento, la cui maggioranza era Democrazia Cristiana. E poi ci sono state fasce integraliste del mondo cattolico che hanno chiesto di cambiare leggi già votate in Parlamento. Bisogna dare atto che un Fanfani aveva più carattere dei personaggi attuali. La chiesa ha usato il bipolarismo per trovare consensi sia di qua che di là, non ha più avuto un partito cattolico. Ha cercato di condizionare il Parlamento trovando dei parlamentari disponibili a fare quello che diceva lei. Ora si pone il problema della costituzione di un partito politico che però non è la democrazia cristiana, che io rispetto, ma la chiesa è alla ricerca di “obbedienti”, di persone “integrali”. La chiesa sta facendo tutto quello che fa per tirare fuori e far emergere i propri obiettivi”.

    Tornando ai diritti, mi sembra di ricordare che l’art. 51 della Costituzione, che è una legge, dice che “tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizione di eguaglianza”. Cosa ne pensa dell’umiliazione subita dalle donne in seguito al no del parlamento sulle “quote rosa”? Lo Sdi si è schierato contro il voto palese chiesto dalle donne parlamentari.

    “Dico che le leggi vanno rispettate, per favorire la partecipazione dei giovani alla politica affinché torni la voglia di fare politica”.

    Capisco. E cosa succederà al Senato sul voto alla nuova legge elettorale?
    “Non credo che ci saranno molti margini di discussione al Senato. Comunque io sono per il proporzionale e non deve scandalizzare nessuno se dico che sono a favore delle preferenze. Se sarà possibile, in Senato discuterei, oltre che sulle preferenze, sulla questione dello sbarramento che toglie un sacco di voti. Se c’è il premio di maggioranza si toglie lo sbarramento o viceversa”.E’ un bene che tornino i partiti, che non sono il male della democrazia, ma l’essenza”.

    di Teresa Palese e Mauro Caterina

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